La tennista italiana Jasmine Paolini è tornata al centro del dibattito mediatico, e questa volta non per una vittoria sul campo. Da qualche giorno il suo nome domina le cronache digitali dopo la pubblicazione della nuova campagna pubblicitaria con FULFIL, il noto brand di barrette proteiche, di cui è diventata volto ufficiale. Le immagini patinate, la produzione curata e il messaggio di empowerment hanno ricevuto migliaia di commenti, ma anche una valanga di critiche. Molti fan, abituati all’immagine semplice e genuina di Paolini, hanno accusato la campagna di “trasformarla in un prodotto commerciale”, lontano dal carattere autentico che aveva conquistato il pubblico.

Sui social network le opinioni si sono polarizzate rapidamente. Da una parte, chi difende Paolini sottolineando che ogni atleta di successo merita di monetizzare la propria immagine e di collaborare con brand importanti. Dall’altra, chi lamenta la perdita della spontaneità che l’aveva resa unica. “Era la ragazza della porta accanto, ora sembra una star costruita”, scrive un utente su X. “Non è più lei, è solo marketing”, aggiunge un altro. La discussione si è trasformata in poche ore in una vera e propria tempesta digitale, con hashtag che spaziavano da #PaoliniAuthentica a #TooMuchFULFIL.

Tuttavia, mentre il dibattito infiammava la rete, Jasmine Paolini ha scelto il silenzio. Nessun commento diretto, nessuna dichiarazione di difesa o giustificazione. Solo un gesto concreto, arrivato pochi giorni dopo, che ha cambiato completamente il tono della conversazione. Secondo fonti vicine all’atleta, la tennista ha devoluto l’intero cachet pubblicitario della campagna — pari a circa 10 milioni di dollari — al Fondo Nazionale per lo Sviluppo dei Bambini Orfani in Italia, un progetto volto a garantire istruzione, salute e supporto psicologico ai minori senza famiglia.
Il gesto, inizialmente passato inosservato, è stato confermato solo successivamente da una nota discreta della fondazione beneficiaria. Nella breve dichiarazione, Paolini avrebbe detto semplicemente: “Ho cercato di fare qualcosa di concreto per i bambini che non hanno avuto la mia stessa fortuna. Ho lavorato duro per guadagnarmi queste opportunità, e voglio che il mio successo serva a costruire un futuro migliore per loro.”

Questa frase, arrivata in sordina, ha ribaltato completamente la percezione pubblica. I social, che solo pochi giorni prima la criticavano aspramente, si sono riempiti di messaggi di ammirazione e rispetto. “Una vera campionessa, non solo nello sport”, ha scritto una fan. “Ci ha insegnato che la generosità non ha bisogno di essere mostrata”, ha aggiunto un altro.
La vicenda FULFIL è così diventata un simbolo del doppio volto della celebrità: da un lato l’immagine patinata, inevitabile nel mondo moderno; dall’altro la sostanza, quella che emerge nei momenti silenziosi, quando i gesti parlano più delle parole. Jasmine Paolini, senza proclami, ha ricordato a tutti che l’autenticità non si misura con le foto o con le campagne pubblicitarie, ma con ciò che si sceglie di fare quando nessuno guarda.
